venerdì 14 settembre 2012

Ci vorrebbe un Kemal Ataturk anche per gli Arabi

L'ondata di violenza religiosa, quelli che ci sono e quelli che ci fanno, sta sparigliando le carte in tavola, e di brutto.

Tutti capiscono la tragica assurdità della situazione, di come l'immaturità religiosa venga sfruttata da abili burattinai.

Ovviamente i leader locali hanno paura di intervenire con la mano dura, per non ritrovarsi nella stessa situazione nella quale si sono trovati i dittatori appena defenestrati. Al tempo stesso capiscono che queste vicende rappresentano la fine di qualunque credibilità internazionale dei  paesi arabi.

I leader occidentali sono nella stessa situazione. Qui non si è di fronte ad un paio di campi di terroristi, ma di una parte cospicua della popolazione, contro la quale la forza è più che controproducente... semplicemente impossibile.

In questo momento occorre che passi la nottata, magari pensando ad una strategia per limitare l'area -non del fanatismo- ma della semplice credulità religiosa. Lo sviluppo economico dovrebbe gradualmente portare a questo.

Il guaio è che in paesi come l'Egitto, l'incontrollato (per motivi religiosi) aumento della popolazione ha portato ad un impoverimento generale. La popolazione cresce molto più rapidamente del PIL, generando povertà.

Forse all'intero mondo arabo andrebbe applicata la cura che Kemal Ataturk ha applicato alla Turchia, ovvero la laicizzazione forzata dello stato. Ma i Turchi erano i Turchi, un popolo che a suo tempo fu comunque un modello di organizzazione e di cultura. Invece in molti stati islamici, per esempio l'Iran, è accaduto esattamente il contrario!

Ovviamente la laicizzazione della Turchia è stata solo superficiale. Prima che penetri nel cuore dell'Anatolia dovremo aspettare ancora molto, ma il processo è in moto, e inarrestabile.

Partirà mai nel mondo arabo?

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