mercoledì 19 settembre 2012

Una destra laziale vissuta di malcontento e inadatta a governare

Dopo il "ritiro dall'impiego" del premier per evidente incapacità ad affrontare la crisi, la destra italiana si trova ad affrontare altri due cocenti fallimenti. Roma e Lazio.

Il fallimento di Alemanno come sindaco è sotto gli occhi di tutti, Nessuno prova a difenderlo, anzi dalla sua parte gli stanno chiedendo di evitare di ripresentarsi, altrimenti la città è perduta.

Lo scandalo alla Regione Lazio si sta espandendo, e molto probabilmente porterà la Polverini a dimettersi. Purtroppo sta allontanando l'attenzione dal cuore del problema, ovvero la cattiva gestione della Regione in se'.

Per noi del Lazio (e di Roma), la conferma di una triste realtà: una destra laziale che per anni si è nutrita di malcontento per quello che fanno gli altri e non di proprie idee e programmi (e dalla stessa  matrice  degli ex colonnelli di AN diventati ministri...).

Questo è il vero dramma della mancanza di alternativa.

Non è un delitto in se' essere impreparati o riuscire male in un compito. Diventa intollerabile quando è unita a palesi ruberie e spaventosi clientelismi, specie in un periodo di drammatica crisi economica.

Purtroppo i nostri cittadini non avevano metabolizzato la lezione data da Storace: per quanto indigesto possa sembrare il candidato del centro sinistra (a suo tempo Marrazzo era veramente indigesto), funzionerà sempre meglio di un candidato proveniente dalle file della destra laziale.

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